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Terminati i campionamenti del progetto ‘Effetto Riserva’

Voluti dalla Rete dei Parchi Marini in Liguria e realizzati dal Professor Paolo Guidetti, con il supporto del Centro di Biologia Marina del Mar Ligure dell’Università di Genova, i risultati verranno resi noti in una conferenza stampa il 1 dicembre all’Acquario di Genova.

 

Tra settembre e novembre, il Professor Paolo Guidetti dell’Università degli Studi del Salento, coadiuvato dal suo staff e con la collaborazione del Centro di Biologia Marina del Mar Ligure dell'Università degli Studi di Genova, ha portato a termine i campionamenti in immersione subacquea per valutare l’Effetto Riserva nelle aree marine protette di Bergeggi, Portofino e Cinque Terre e nelle aree di tutela marina di Capo Mortola e Porto Venere, unite dallo scorso giugno nel network Rete dei Parchi Marini in Liguria.

Per ognuno dei cinque siti protetti si è svolta una campagna di campionamenti della fauna ittica tramite visual census, metodo di censimento e monitoraggio efficace ma soprattutto non distruttivo con il quale ci si affida a ricercatori subacquei esperti in grado di classificare “a prima vista” tutte le specie ittiche stimandone dimensione e numero. Grazie al confronto statistico tra i dati relativi alla fauna ittica presente in zone soggette a differenti gradi di tutela (zona A, B e C), si potrà valutare il cosiddetto Effetto Riserva, ossia il possibile aumento della densità e taglia delle specie bersaglio della pesca come orate, branzini, dentici, cerni e saraghi.

I dati preliminari verranno presto presentati nel corso di una conferenza stampa che avrà luogo nella sala Nautilus dell’Acquario di Genova mercoledì 1 dicembre alle 12 perchè i tempi per analisi statistiche accurate sono decisamente superiori.


In quell’occasione si parlerà di certo anche del pesce flauto (Fistularia commersonii) – specie aliena proveniente dal Mar Rosso - che, dopo essere stato catturato dagli operatori della pesca professionale nelle acque dell’Isola di Berteggi e di Portofino, è stato visto anche in immersione alle Cinque Terre nel corso del campionamento del 24 novembre scorso. Un ospite non desiderato per il Mar Ligure che rende indispensabile sviluppare al più presto un sistema gestionale di rete e protocolli di allerta e monitoraggio comuni tra le cinque aree marine protette della regione.
Certo è che gli ecosistemi non sono statici nella loro composizione, ma negli ultimi anni per colpa di fenomeni ambientali noti come “meridionalizzazione” dovuti all’aumento della temperatura dell’acque hanno amplificato la frequenza dell’arrivo di nuovi “colonizzatori” e in questo è fondamentale la collaborazione instaurata con la Rete dei Parchi  marini dell aliguria in modo da poter raccogliere il maggior numero id informazioni. I record liguri di Fistularia, inoltre, rappresentano le segnalazioni più settentrionali del Mar Mediterraneo.

Ilaria Lavarello
Silvia Paolillo

25 novembre 2010

Foto di copertina: il pesce flauto catturato nelle acque dell'Area Marina Protetta di Bergeggi.

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